venerdì, 27 Dicembre, 2024

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V. [to the hearts that ache] è il nuovo EP di Lessness

Esce oggi venerdì 19 febbraio 2021 il nuovo EP di [lessness], il progetto solista di Luigi Segnana che, reduce dalla pubblicazione del primo full length dal titolo Never Was But Grey (2019), torna con un nuovo disco: un EP che rappresenta un momento di transizione dove rivivono, in versione più intima e acustica, alcuni dei brani di Never Was But Grey, traslandone le sonorità su un piano interpretativo più diretto ed emotivo. Il tutto in attesa di un nuovo secondo album nato durante il complicato periodo del lockdown, nel corso del quale Luigi Segnana, in mancanza del suo basso (fatalmente in manutenzione), ha sperimentato nuove sonorità minimaliste indirizzandosi verso l’uso di pianoforte e chitarra acustica.

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BIOGRAFIA

[lessness] è il progetto solista del compositore/produttore italiano Luigi Segnana. Dopo aver fondato l’etichetta indipendente Mashhh! Records collaborato alla produzione di band tra le quali Death by PleasureDance for BurgessCristalli Liquidi (nella produzione del vinile di Volevi Una Hit) e terminato il suo percorso come bassista e produttore della band Casa del Mirto, Luigi si dedica ad un nuovo progetto solista: [lessness]. Le sonorità di questo nuovo percorso nascono dall’oscurità e dalla notte e sono incentrate inizialmente sul suono del basso, strumento dal quale nascono i riff su cui poggiano le canzoni ed il resto dell’arrangiamento con synth e loop di batteria in evidenza. Esce un primo EP nel 2017 dal titolo The Night Has Gone To War e poi un album di debutto nel 2019 dal titolo Never Was But Grey.

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https://www.instagram.com/lessnessgrey/

INTERVISTA

• Da dove deriva questo cambio di sonorità? A questo cambiamento musicale, c’è un corrispettivo di un cambiamento personale?

Il cambio di sonorità è frutto del caso, come spesso succede, anche se alla fine il nesso tra casualità e volontà è molto stretto. Una radio locale mi ha chiesto un mini live acustico di 5-6 canzoni, ho improvvisato qualcosa con la chitarra acustica, visto che il piano non so lo suonare abbastanza bene per affrontare un live, ed il risultato è stato piacevole, mi sono divertito, e ho ricevuto parecchi feedback positivi. Da lì mi sono un po’ baloccato con l’idea di proporre alcune canzoni in versione acustica. Al momento di registrale poi il tutto si è ampliato verso le sonorità presenti nell’Ep V. [to the hearts that ache], e in maniera del tutto naturale sono “nate” le canzoni originali che comportano il prossimo full lenght di prossima uscita. A meno di non essere delle immutabili tombe neoclassiche, tutti siamo soggetti a cambiamenti, più o meno evidenti, nel corso della nostra vita. Tutte le esperienze personali che viviamo i cambiamenti fisici che subiamo, l’amore che perdiamo, l’amore che troviamo, quello che lasciamo indietro e quello che affrontiamo portano dei frutti e questo vale anche in ambito musicale, nella composizione e arrangiamento delle canzoni. Quindi sì a cambiamento musicare corrisponde un cambiamento personale ma non saprei dire quale cosa abbia influenzato più l’altra. I confini dell’emotività sono sottili e scivolosi.

• L’esperienza con Casa Del Mirto è da considerarsi conclusa?

Sì.

• Com’è cambiato il mercato musicale dai tempi di Casa Del Mirto?

Il mercato musicale ha subito uno stravolgimento epocale. Si cominciava a capirne la portata già all’inizio della mia avventura con Casa del Mirto, nel 2010. La musica ha cominciato a viaggiare su canali diversi e lo stesso vale per la sua promozione. In questo periodo è nato ed è diventato preponderante lo streaming, rispetto al download, il supporto fisico è derubricato (o ha preso nuova vita) come merchandising, come feticcio per appassionati e collezionisti o come idea di appartenenza o di sostegno all’artista. Dalle Fanzine cartacee si è passato ai blog e poi ai social. Agli artisti in generale, se vuoi far parte di questo universo, è richiesto un’attività di autopromozione molto forte, una presenza sui social praticamente continua, per non parlare della parte visiva che deve accompagnare la musica.

Insomma, non voglio star qua a scrivere un trattato sull’argomento, non ho studiato abbastanza, però tutto è cambiato. Produzione, fruizione, promozione, composizione tutto viaggia veloce. E sospetto che stia evolvendo nuovamente verso altre frontiere, meno full lenght, più singoli, canzoni più brevi. Non è detto che sia meglio o peggio di prima. Vedremo.

• Ci spieghi il titolo di quest’EP?

L’Ep vuole essere la conclusione del percorso iniziato con “Never Was But Grey”. V. è il secondo singolo estratto dal disco e la sua versione acustica, presente nell’Ep, è il primo pezzo acustico registrato per l’uscita dell’Ep. L’Ep è nato anche per accompagnare le sonorità presenti in “Never Was But Grey” verso le nuove sonorità presenti nel disco di prossima uscita, una pietra angolare. L’inciso [to the hearts that ache] è una piccola dedica a tutte le persone che hanno un cuore che si infiamma che è preda dell’emotività che soffrono, gioiscono, amano e odiano con passione senza sconti, senza cedere campo al cinismo e allo scetticismo.

• Alla fine hai ripreso il tuo basso?

🙂 sì l’ho recuperato, mi è mancato parecchio. E’ già tornato al centro dello studio

 

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