mercoledì, 15 Gennaio, 2025

Ultimi articoli

“NAIMA” è l’EP di debutto dell’omonimo duo

Fuori da mercoledì 31 marzo l’EP di debutto di naima. duo lombardo formato da Lorenzo Rocca e Nader Ismail. La musica che prende vita all’interno del disco omonimo, pur avendo forti radici nel cantautorato italiano, si dirama abbracciando influenze diversissime, dal jazz all’indie, passando per l’elettronica, la dance e il pop.
 

Questo EP è la nostra prima uscita discografica inedita e vuole rappresentare un paesaggio sonoro vasto, che possa contenere in sé le moltitudini che verranno.
Per questo motivo, le sei canzoni spaziano in territori musicali così diversi, ma restano sempre aggrappate all’idea di raccontarci come siamo: disordinati, complessi, colorati.
 (naima.)

 

SCOPRI IL DISCO SU SPOTIFY

 

Musiche: Lorenzo Rocca e Nader Ismail
Testi: Lorenzo Rocca
Produzione artistica: Lorenzo Rocca e Nader Ismail
Mix: Jacopo Tozzo
Master: Luca Martegani
Registrato presso: La Sauna Recording Studio, Gelso Studio, 0371 Studio e Billygoat Mountain Studio
Disco realizzato con la collaborazione di: Patrizio Balzarini (batteria acustica), Carlo Madoglio (violino) e Luigi Valletta (sassofono contralto)

 

 

BIOGRAFIA

Lorenzo Rocca è nato a Milano il 3 marzo 1995 e Nader Ismail è nato a Angera (VA) il 13 ottobre 1994. Insieme sono naima. Il progetto del duo nasce in Francia durante un viaggio (mal)organizzato all’ultimo, quando Nader e Lorenzo partono per Lione con un paio di zaini, una chitarra, un ukulele e qualche motivetto. Così, se muore ogni ambizione di diventare consulenti di viaggio, nasce invece l’idea di dare spazio a quei piccoli quadretti musicali che punteggiano le strade lionesi in un progetto artistico coerente. Il nome naima. vuole celebrare le varie anime della musica del gruppo, racchiudendo in sé riferimenti al jazz, alla cosmetica, e alla nonna di uno dei componenti.

 

https://www.facebook.com/naimamusica
https://www.instagram.com/naima.glisconfitti/

 

 

INTERVISTA DA RADIO CITY LIGHT

Parliamo un po’ di voi: come vi siete conosciuti e come vi siete avvicinati alla musica?

Ci siamo conosciuti all’università, seguivamo entrambi un corso sui poeti maledetti francesi. Nader aveva portato una chitarra a tracolla perché sarebbe andato a scuola di musica dopo la lezione, io ho attaccato bottone anche attraverso a un vecchio amico in comune, poi abbiamo passato tutto il giorno a parlare di Mallarmé. Eravamo entrambi già dentro alla musica fino ai capelli, comunque, dopo una serie di gruppetti alle superiori. Dopo poco abbiamo deciso di formare un progetto insieme, chiamato Name Your Daughter, dove facevamo musica piuttosto strana e sperimentale. Il gruppo si è sciolto qualche anno dopo senza nessun clamore, ma in quel periodo ci siamo divertiti ed è stata una bella palestra musicale.

A chi consigliereste, in particolare l’ascolto del vostro disco?

Lo consiglio a tutti, perché penso ci sia qualcosina per chiunque. Le canzoni sono nate come pagine di Moleskine, riflessioni, pensieri e poesie con cui cercavo di capire e capirmi negli strani anni che seguono la fine dell’università, con tutto lo spaesamento e la mancanza di punti fermi che ne consegue. Poi attraverso la produzione condivisa mia e di Nader questi pezzi, di vena comunque cantautorale, hanno assorbito come spugne le ampissime influenze derivate dai nostri ascolti, compulsivamente diversificati. All’inizio della registrazione dell’EP abbiamo deciso che il modo migliore per rappresentarne il caos e la confusione sarebbe stato di frammentarlo, in modo tale che ogni canzone del disco fosse quasi un genere a sé stante. Per questo, come dicevo, penso che ciascun ascoltatore se ne uscirà portandosi nelle orecchie un brano diverso che l’ha convinto.

Qual è l’ingrediente che non dovrebbe mai mancare nella musica dei Naima?

Che bella domanda. Da una parte la voglia di sperimentare e di divertirci, che contraddistingue i nostri pezzi che ci rendono più orgogliosi da quelli che sono scritti e arrangiati “come compitino”, e che ovviamente lasciamo perdere lungo la strada. Dall’altra penso sia fondamentale la sinergia tra me e Nader, ovvero il punto di unione tra i nostri gusti, le nostre scelte, le nostre idee. Che spesso sono lontane, e scendere a compromessi non è sempre una scelta facile. Ma quando il processo viene naturale allora entriamo nella zone e non ci siamo per nessuno, ed è lì che avvengono quei momenti in cui riusciamo a ricreare esattamente quello che avevamo in mente, e ci mettiamo a urlare dalla gioia.

Avete voglia di darci qualche consiglio per gli ascolti?

Certamente! Con la triste scomparsa di Franco Battiato sto ripercorrendo per l’ennesima volta il suo catalogo, che sarebbe da riascoltare per intero, ma in particolare consiglio L’Arca di Noè, fratello meno brillantinato di La Voce del Padrone ma non meno brillante. Più recente invece ascolto di continuo Forever di Francesco Bianconi, o il disco di Madame, davvero bravissima.

Vi ringraziamo molto per l’intervista, alla prossima!

Latest Posts

Da non perdere