La prostituzione non è che la quintessenza di una società, dove lo sfruttamento è divenuto regola, ed è il simbolo del disprezzo che l’uomo prova per la donna.
Di questa donna che non è altro che il viso doloroso della madre, della sorella o della sposa di altri uomini, dunque di ciascuno di noi.
È in definitiva, il disprezzo incosciente che proviamo per noi stessi. Laddove ci sono prostitute ci sono “prostitutori” e ruffiani.
La prostituzione è il furto organizzato della grazia della donna, è lo sfruttamento selvaggio di un corpo altrui. È lo sfruttamento di esseri umani da parte di chi ha in mano il potere d’acquisto
(Sankara)