Non è solo una canzone d’amore, “Nicotina”. Monika intreccia nel brano una serie di simboli forti e riconoscibili: il fumo che avvolge e confonde, il tempo che guarisce ma lascia cicatrici, l’amore come sostanza di cui si abusa.
Il pezzo è una riflessione profonda mascherata da hit pop, in cui ogni metafora apre nuovi livelli di lettura. Il beat trascina, la voce incanta, ma il messaggio resta: quanto siamo disposti a sacrificare pur di sentire qualcosa? E quanto ci costa restare?
INTERVISTA
Quali sono i tuoi riferimenti musicali e in particolar modo nell’ambito cantautorale?
I miei riferimenti musicali sono tutti quegli artisti che sanno trasformare le emozioni in qualcosa di tangibile, che non si limitano a scrivere canzoni ma raccontano storie vere, senza filtri.
Nell’ambito cantautorale, mi ispiro a chi ha fatto della parola il proprio strumento più potente: Franco Battiato per la sua capacità di unire poesia e sperimentazione; Fabrizio De André perché sapeva dare voce agli ultimi con una delicatezza feroce; Lucio Dalla per la sua genialità nel fondere emozioni e immagini in pochi versi.
Guardando al presente mi affascina la scrittura di Mahmood che riesce a mescolare urban e melodia senza perdere profondità; Tananai per quel suo modo spontaneo e sincero di raccontare il caos delle relazioni; Blanco, che sa rendere ogni parola un’esplosione emotiva.
Mi interessa chi non ha paura di sporcarsi con la verità, chi canta come se stesse vivendo ogni parola, perché alla fine la musica è questo: qualcosa che deve colpirti dritto, senza chiedere il permesso.
Come nasce un testo, quali sono gli input che raccogli e che trasformi in parole da cantare?
Un testo nasce sempre da un’urgenza, da qualcosa che mi colpisce e che non riesco ad ignorare: può essere una frase ascoltata per caso, uno sguardo, una sensazione improvvisa; a volte è un ricordo che torna a bussare, altre volte un’emozione che non so ancora spiegare a parole ma che trova il suo senso mentre scrivo.
Raccolgo input ovunque: nelle conversazioni rubate per strada, nelle notti in cui il sonno non arriva. Spesso è la musica stessa a suggerirmi la direzione, una melodia che si insinua nella testa e porta con sé le parole giuste.
Scrivere è un processo strano: a volte le parole escono di getto, altre volte bisogna rincorrerle, limarle, scartarle e riscriverle fino a quando non suonano esattamente come devono. Ma alla fine, ogni testo nasce per lo stesso motivo: perché qualcosa dentro di me ha bisogno di essere detto e la musica è il modo più vero per farlo.
È da poco uscito il tuo nuovo singolo. Quale messaggio vuoi trasmettere e, soprattutto, qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere questo pezzo?
Il mio nuovo singolo nasce da un’esigenza vera, da qualcosa che mi premeva dentro e che non poteva restare solo un pensiero. Non scrivo mai per compiacere, scrivo per raccontare, per dare voce a sensazioni che spesso restano sospese, difficili da spiegare a parole ma che nella musica trovano il loro spazio.
Il messaggio è semplice: certe emozioni ci travolgono, ci consumano, ci fanno sentire vivi e vulnerabili allo stesso tempo. Questa canzone parla di contrasti: di desiderio e paura, di dipendenza e libertà; è il racconto di un sentimento che brucia e lascia il segno, che cerchiamo di controllare ma che, in fondo, ci domina.
La molla che mi ha spinto a scriverlo è stata quella necessità improvvisa di fermare un’emozione prima che svanisse; alcune storie non vogliono essere solo vissute, vogliono essere cantate.
Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del singolo?
La scrittura del singolo è arrivata di getto, quasi come un’esigenza improvvisa. A volte le parole si fanno rincorrere ma questa volta sono arrivate senza chiedere permesso. In poche ore avevo già il cuore del testo.
La parte più lunga è stata la produzione: trovare il suono giusto, quello che potesse esprimere al meglio l’intensità delle parole. Abbiamo sperimentato, provato diverse soluzioni cercando l’equilibrio perfetto tra la melodia e l’emozione che volevo trasmettere. È stato un processo istintivo ma anche molto curato nei dettagli.
In totale, tra scrittura, arrangiamento e registrazione la realizzazione ha richiesto alcune settimane: il tempo necessario per essere sicura che ogni parola, ogni nota, ogni silenzio avesse il suo posto esatto. Non volevo solo una canzone, volevo che fosse quella canzone.
Quali sono le collaborazioni che ti hanno aiutato alla realizzazione del brano?
Questo brano è il risultato di un percorso fatto di emozioni, lavoro e collaborazione con professionisti che hanno saputo dargli la giusta identità.
La produzione è stata curata da Rory Di Benedetto con la sua etichetta discografica “DMB Production” che ha seguito il progetto con grande attenzione trovando il sound perfetto per esprimere al meglio l’intensità del pezzo; il suo contributo è stato fondamentale per dare alla canzone una struttura forte e coinvolgente.
Il testo l’ho scritto io mettendo dentro ogni parola un pezzo di me, mentre dal punto di vista vocale devo molto alla mia vocal coach Luisa Leotta che ha curato ogni dettaglio tecnico aiutandomi a rendere l’interpretazione più autentica possibile.
È stato un lavoro di squadra, fatto con cura e passione e spero che chi ascolterà questo brano riesca ad apprezzarlo.
Se potessi avere la bacchetta magica, cosa desidereresti di più al mondo in questo momento?
Se avessi una bacchetta magica, vorrei che la mia musica arrivasse dritta al cuore di chi l’ascolta, senza filtri; vorrei che le mie parole fossero un rifugio per qualcuno, una compagnia nei momenti giusti, una scintilla capace di accendere emozioni vere.
E poi, vorrei continuare a scrivere senza mai perdere la spontaneità, senza farmi influenzare da ciò che ‘funziona’ ma solo da ciò che sento davvero. Perché alla fine, il desiderio più grande è quello di poter esprimere me stessa con autenticità e libertà, sempre.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
I miei progetti futuri sono tutti legati alla voglia di continuare a raccontare, sia attraverso la musica che attraverso la scrittura. Sto già lavorando a nuovi brani, sperimentando suoni e parole che mi rappresentano sempre di più. Voglio esplorare nuove sfumature della mia musica, senza pormi limiti, lasciandomi guidare solo dall’istinto e dalle emozioni.
E poi, chissà…nuovi incontri, nuove collaborazioni, nuovi progetti ancora da scoprire. Il bello di questo percorso è proprio questo: non sapere esattamente cosa verrà dopo ma essere sempre pronta ad accoglierlo.
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