Disponibile da lunedì 20 gennaio 2025 su tutte le piattaforme digitali il nuovo album, il primo full length, di Bastiano, alter ego musicale di Luca Bastianello. Un importante capitolo che valorizza ciò che viene catalogato come difetto, lo stesso che ci rende unici in un mondo dove si rincorre la perfezione.
Questa è la prima riflessione nata dalla copertina che rappresenta il nuovo disco di Bastiano “Punti che si uniscono”, una metafora che ci porta a cambiare direzione in base alle scelte che prendiamo. Raccoglie in sé un invito al dialogo, per avvicinarsi con garbo laddove c’è motivo di confronto. Il titolo prende spunto da una manciata di parole presenti in uno degli otto brani racchiusi nell’album. La scelta è dettata dalla necessità di lasciare da parte ogni forma di ripensamento per evitare che quel sassolino nella scarpa diventi pietra. E così il cantautore Bastiano, rifiutando l’esigenza di essere contenuto in un genere, etichetta o algoritmo, ci regala un nuovo frammento della sua autobiografia musicale.
Bastiano è una voce fuori dal coro, che pubblica quando ne ha voglia e che si muove in solitaria, ma non troppo. Ecco cosa ci ha raccontato!
INTERVISTA
Un album di questi tempi di frammentarietà e iper produttività è un passo molto importante, che cosa ti ha spinto a farlo?
Ho iniziato questo percorso in solitaria pubblicando qualche anno fa un EP e da lì ho continuato a scrivere perché farlo mi tiene compagnia, mi fa stare bene. Non seguo algoritmi e non sto al passo con le mode. Sono solo me stesso e questo mi ha portato a pubblicare un nuovo disco e non vedo l’ora di iniziare a registrare il prossimo.
Ti senti mai lontano o escluso da una scena musicale più ampia, come possono essere quelle di Milano o Roma?
Mi piacerebbe riuscire ad inserirmi in qualche contesto urbano più dedicato alla musica d’autore ma riesco anche ad accontentarmi di quello che ho perché in fondo è la passione che smuove le anime.
Come mai hai scelto proprio il titolo “Punti che si uniscono” per ricominciare a pubblicare? E come mai non hai voluto scegliere un singolo che anticipasse il disco?
In verità ho pubblicato qualche canzone prima di questa uscita ma non a ridosso dell’album. Preferisco di più stare offline e parlare direttamente in faccia che stare dietro al telefono. “Punti che si uniscono” prende spunto da una manciata di parole presenti in uno degli otto brani racchiusi nell’album. La scelta è dettata dalla necessità di lasciare da parte ogni forma di ripensamento per evitare che quel sassolino nella scarpa diventi pietra. Poi ognuno ci può dare la definizione che vuole, adoro usare questo tipo di formula in ciò che scrivo perché lascia libera interpretazione a chi si ferma ad ascoltare.
Ci racconti la storia della copertina di questo album?
Nasce per caso da un disegno a mano libera, con le sue imperfezioni, i suoi difetti. Gli stessi che ci rendono unici in un mondo dove si rincorre la perfezione.
Ti vedremo presto anche dal vivo?
Qualche live dalle mie parti con l’obiettivo di uscire fuori dalla tana per guidare di notte, fare tardi e dormire poco.
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