domenica, 12 Gennaio, 2025

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Intervista su Radio City Light al cantautore ANGELO ROMANO che ci presenta il nuovo album “LA REPUBBLICA DEL BILOCALE”

Già anticipato dai due singoli “La noia” e “Una canzone“, venerdì 21 giugno 2024 esce su tutte le piattaforme digitali “La repubblica del bilocale“, il nuovo album di Angelo Romano: un cantautore, un isolano che non sa nuotare, un cantautore che si muove sul palco come Mick Jagger e un poliglotta che non ha paura di cambiare lingua tra inglese, italiano e siciliano, il tutto mentre vi consegna la sua anima ferita su un piatto con un mezzo passetto di danza.

Primo album in italiano dopo diversi episodi in inglese e siciliano, “La repubblica del bilocale” nasce dall’urgenza di presentare la sua visione artistica attraverso l’uso della propria lingua madre e dalla coincidenza del suo rientro in Sicilia dopo 15 anni in giro all’estero.

Malgrado ciò, rimane pur sempre un album internazionale, composto e registrato in toto tra Berlino e Barcellona e caratterizzato da una vena tanto eterogenea quanto cosmopolita, tra le narrazioni di fantomatici viaggi oceanici di “Vanuatu” (“una canzone d’amore nei tempi del global warming” secondo le parole dell’artista), incontri ravvicinati con un pianoforte in una stazione di Amsterdam alle cinque del mattino di rientro dal concerto dei Rolling Stones (“Galleggia“), camminate alcoliche per Berlino (“Allo zoo“), riflessioni personalistiche come in “Una canzone”, “Kafka” e “Flâneur“, o altre ben più ampie e aspre come “Totum revolutum” (che nasce durante i primi giorni della guerra in Ucraina) o “Elucubrazioni” (critica giocosa alla superficialità del dating online).

Noi lo abbiamo intervistato, cercando di capire che cosa fosse successo dalla pubblicazione di “The new new normal” ad oggi, e molto altro. Ecco com’è andata!

 

INTERVISTA

Una cosa delle cose che ci ha colpito sin da subito, è stata quella che ti ha visto in giro per tutta l’Europa. Hai avuto modo di osservare le varie scene musicale. La cultura dei concerti è diversa da paese in paese? Hai mai avuto difficoltà, e se sì, quali? 

La cultura è ovviamente diversa da paese a paese. In Spagna ad esempio c’è un interesse molto superiore per la musica latin e affini, mentre in Polonia per qualche motivo c’è un maggior interesse per hard rock e cose così. A livello di concerti, nei paesi germanici c’è maggiore interesse nei confronti della musica dal vivo rispetto agli altri, specialmente se originale. Il peggiore, e mi spiace dirlo, è proprio l’Italia, dove la musica originale è quasi trattata a volte come un peso e il fenomeno delle cover bands spesso mediocri e fin troppo esteso. In Italia c’è assai poca voglia da parte dei locali di offrire opportunità a chi fa qualcosa di anche leggermente diverso, e non riesco a capirne il motivo.

Dove stava il bi-locale che ha ispirato il titolo del disco, e indirettamente anche tutto l’album?

Stava a Barcellona, quartiere di Poblenou, a un chilometro dalla spiaggia. Il problema è che non aveva finestre che davano all’aperto, con la conseguenza che non entrava mai luce naturale e le estati erano terribilmente bollenti! Ci ho anche passato un lockdown, e non è stata una bella esperienza diciamo.

Come mai hai sentito il bisogno i pubblicare questo disco proprio ora? In che stato e periodo della tua vita rispetto al tuo detto, del 2021, dal titolo “The new new normal”? 

L’album nei fatti è stato scritto e registrato nel 2022. Esce adesso in seguito al mio rientro a titolo definitivo in Italia, come biglietto da visita per il mio modo di fare e scrivere musica. È pertanto completamente diverso da “The New New Normal”, che è un album chiaramente pandemico anche negli argomenti, ideato con un produttore diverso e scritto quasi interamente in una settimana a Berlino nel giugno 2020. Dalla rabbia e la depressione dell’album precedente, con “La Repubblica del bilocale” torno a fare quello che mi piace di più, ossia raccontare storie.

Che cosa hanno in comune, per ora, tutte le tue pubblicazioni? C’è un tema comune che ritroviamo continuamente?

Lo storytelling puro e semplice, probabilmente. Mi piace prendere storie e personaggi, cambiarli e modellarli in base al mio stile e la mia poetica e presentarli in forma di canzoni.

Come hai scelto il tuo ensemble di musicisti? E quali di loro ti seguono anche in tour?

In oltre dieci anni ho avuto la fortuna di conoscere molti musicisti e artisti con cui collaboro regolarmente. Per questo album, ho scelto un batterista italiano residente a Berlino e ho chiamato un po’ di amici a suonare e cantare in vari pezzi, tra cui Joana Carvalhas, una giovane violinista molto talentuosa con cui occasionalmente suono anche dal vivo. Dal vivo principalmente suono in formato solista per motivi logistici ed economici, ma sto valutando di mettere su una banda di supporto dal vivo qui a Palermo con cui potermi accompagnare in certi casi.

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