“Iceberg” ha un anima LoFi e DIY ed è un disco registrato interamente su nastro usando apparecchiature analogiche di, almeno, 40 anni fa. Musicalmente è un album con forti rimandi alla scena inglese degli anni ’60 ma con molte velature anni ’90 e primi 2000.
Lorenzo Fringuello (in arte semplicemente Fringuello) ce lo presenta più dettagliatamente in questa intervista qui a Radio City Light!
INTERVISTA
Parlaci un po’ di te: chi sei, da dove vieni, come ti sei avvicinato alla musica?
Ciao, mi chiamo Lorenzo e sono sobrio da un anno. Vivo e lavoro a Terni e mi sono avvicinato alla musica da piccolo. La musica è sempre stata una passione che ho sentito dentro, passione che mi ha portato ad iniziare a suonare più strumenti. Come molti ho iniziato con band liceali per poi proseguire il mio percorso.
A chi consiglieresti, in particolare, l’ascolto di “Iceberg”?
A chiunque voglia ascoltarlo; è un disco di canzoni e le canzoni sono rivolte a tutti, non c’è una fetta di pubblico precisa. Spero di far passare una mezz’oretta piacevole a chi l’ascolta.
Come è cambiata la tua musica nel corso del tempo?
È cambiata molto. Sono un entusiasta della musica e mi piace buttarmi in nuove sfide, in nuovi generi. Quando ho qualcosa che mi appassiona tendo a voler metterci tutto quello che ho: all’inizio è stato l’Alt rock, poi l’hip hop, poi il jazz e ora il folk/dream pop.
Consigliaci un pezzo (di altri artisti) che tutti dovrebbero assolutamente ascoltare.
“Walking the cow” di Daniel Johnston, credo non ci sia brano più “vero” di questo, è la sincerità fatta musica, è bisogno di espressione con i mezzi che si hanno. Non c’è nulla di costruito o pensato a tavolino, nemmeno ragionato in “Walking the cow”, è musica allo stato più sincero che possa esistere.