Disponibile su Youtube il video di “Un’insurrezione”:
https://youtu.be/qKEeky7VQw0
Showcase di presentazione del disco:
Venerdì 10 dicembre
Live e intervista
a cura di Valerio Cesari (Radio Rock)
Inizio alle ore 19.00
Velvet Club
Viale dello Scalo S. Lorenzo, 77 /c,
00185 Roma RM
Ingresso libero
La narrazione, quasi si trattasse di un sogno, procede al contrario: a partire dai ricordi, ricostruisce i pensieri, le esperienze e il percorso d’accettazione del protagonista, alternando sensazioni, momenti di lucida consapevolezza e brevi interventi della persona amata, rappresentata dalla voce di Alessia Amendola. Assecondando una climax discendente, si passa dalle canzoni più aggressive, dove l’altro viene pensato come l’unico responsabile della situazione, per passare ai toni più morbidi della rassegnazione, quando la colpa viene attribuita prima al destino, poi al tempo e infine alla casualità degli eventi.
Ogni brano offre molteplici chiavi di lettura, collegate sia alla vicenda narrata che alle opere letterarie o drammaturgiche che l’hanno ispirata, dal Don Giovanni di Mozart al Cantico dei cantici dell’Antico Testamento, dai sonetti di Shakespeare alle poesie di Walt Whitman.
“Un giorno all’alba” – Descrizione traccia per traccia
1 Il fondo dei ricordi
Autore: Matteo Lambertucci
Compositore: Matteo Lambertucci
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Introduce la persona amata nel momento in cui la storia d’amore si è già conclusa. Il testo prende ispirazione dal Cantico dei cantici e in particolare dal versetto 6 e 7 della prima appendice (o epilogo) in cui la fanciulla decanta il suo eterno amore per rovesciarne completamente il significato e trasformarlo in una riflessione amara e disillusa.
2 Le mie ombre
Autore: Matteo Lambertucci
Compositore: Matteo Lambertucci
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Canzone quasi “programmatica” dell’album da cui poi è stato tratto il titolo “un giorno all’alba”. Davanti all’immagine del sole che sorge il protagonista racconta di quanto stia soffrendo per la fine di questa storia d’amore e di come non riesca più ad affrontare “le sue ombre”, che nel disco sono la metafora di tutte le paure e debolezze dell’individuo. Allo stesso tempo, però, ammette di sperare di poter rivedere ancora, un giorno lontano, la sua amata e magari tornare insieme.
3 Mille fiori
Autore: Lorenzo Imperi
Compositori: Lorenzo Imperi, Emanuele Campanella, Matteo Lambertucci
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Secondo singolo estratto, è un brano che racconta l’insieme di rabbia e dolore che si prova nel vedere la persona amata tornare a sorridere e ad essere felice con qualcun altro.
La canzone si ispira alla florigrafia, un metodo di comunicazione ottocentesco per cui i fiori e gli allestimenti floreali venivano utilizzati per esprimere sensazioni che non sempre potevano essere pronunciate.
All’interno dell’album l’elemento floreale diventa spesso metafora dei sentimenti umani.
4 In nessun luogo, ovunque
Autore: Lorenzo Imperi
Compositore: Matteo Lambertucci
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Primo ricordo (o flashback) felice all’interno dell’album, “In nessun luogo, ovunque” non è altro che un insieme di dolci parole che la ragazza aveva dedicato al protagonista in un momento di intimità, le stesse che vengono citate nel ritornello del brano precedente “Mille fiori” e riprese poi anche nel brano successivo “Un pugnale nel cuore”.
La canzone prende spunto dal sonetto 116 di Shakespeare e dalla poesia “Se tardi a trovarmi, insisti” del poeta americano Walt Whitman.
5 Un pugnale nel cuore
Autore: Lorenzo Imperi
Compositori: Lorenzo Imperi, Matteo Lambertucci
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Le parole a cui si fa riferimento nel ritornello sono quelle contenute nell’interludio “In nessun luogo, ovunque”, in cui la fanciulla affermava che lo avrebbe amato per sempre.
Queste parole, tornando alla mente nel momento in cui la storia è finita (senza fare rumore quindi, perché sono solo un ricordo) annientano ogni convinzione del ragazzo: pur avendo giurato di seguirlo fino in capo al mondo, lei è andata via senza voltarsi indietro.
L’immagine della mano sulla bocca e del pugnale nel cuore sottolineano l’impossibilità di ribellarsi a questa condizione mentre i propri sentimenti vengono traditi.
6 Nei panni sporchi di Venere
Autore: Lorenzo Imperi
Compositore: Lorenzo Imperi
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Primo singolo estratto e forse il momento più cupo dell’intero disco, racconta l’incapacità di riprendere in mano la propria vita e provare a superare la fine di una relazione.
Ogni fallimento sembra avere come causa comune la persona che ci ha lasciato e che continua a manipolarci come uno spettro. Il brano si ispira al Don Giovanni di Mozart e in particolare alla lettura critica che ne fa Kierkegaard descrivendolo come “diabolus” in terra.
7 Perdersi
Autore: Lorenzo Imperi
Compositori: Lorenzo Imperi, Matteo Lambertucci
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Suite in tre movimenti che, riprendendo il gioco di tonalità e metriche su cui si basa l’intero album, unisce momenti diversi della storia fra i ricordi del passato e le difficoltà del presente.
La fase della negazione è implicitamente mostrata attraverso la strofa cantata in reverse: ascoltando al contrario la linea vocale è possibile scoprire che si tratta di una citazione dal sonetto 90 di Shakespeare.2° movimento – Il tempo in 6/8 e la tonalità minore indica che siamo sempre nel presente ma a parlare è la ragazza che, lontana chissà dove, si lascia andare ad un’amara riflessione. Questo movimento, (come l’ouverture “Il fondo dei ricordi”) ha la funzione di “umanizzare” la persona amata, che fino a questo momento è stata dipinta come un essere spietato privo di sentimenti, provando a restituire una narrazione più fedele e veritiera della storia d’amore.
Le parole pronunciate dalla doppiatrice Alessia Amendola sono una citazione presa da “I quattro amori” di C.S. Lewis
Compositore: Matteo Lambertucci
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Nella rappresentazione di questa visione così cinica della vita e di un destino già scritto, il brano prende spunto, fra le altre, dalla filosofia stoica e dalla mitologia greca, in particolare con il riferimento a Lachesi nel ritornello.
Insieme a Cloto e Atropo, infatti, Lachesi è una delle tre moire, le tessitrici della vita: decidevano, al momento della nascita, il destino assegnato a ogni persona e neppure gli dèi potevano modificarlo.
Cloto reggeva il filo dei giorni per la tela della vita, Lachesi dispensava la sorte avvolgendo al fuso il filo che a ciascuno era assegnato e infine Atropo lo tagliava quando giungeva il momento di arrestare la vita, attribuendo il principio e la fine del tempo.
Compositore: Matteo Lambertucci
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Terzo singolo estratto dal disco, il brano è un flashback del protagonista maschile che ricorda il momento in cui la ragazza ha dichiarato di amarlo “donandogli” il proprio cuore.
L’insurrezione qui è un moto di gioia tutto interiore che permette di ribellarsi contro le proprie ombre (da qui il collegamento con il secondo brano “Le mie ombre”, ambientato nel presente) e riprendersi la propria vita
Compositore: Emanuele Campanella
Di fronte a un avversario così temibile, il ragazzo si ripromette di conservare tutti i piccoli ricordi come fossero dei frammenti di uno shen, un antico amuleto egizio che aveva la funziona di proteggere l’individuo dal caos e dalle forze dissocianti, per sopravvivere in una realtà così difficile e non permettere a nessuno di ingannare la sua memoria.
Compositore: Matteo Lambertucci
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Brano in cui il protagonista maschile sembra iniziare ad accettare la fine della storia e con un sorriso amaro sembra apprestarsi a dire “addio” alla sua amata, chiedendosi se anche lei continui a parlare del loro amore e di tutto quello che hanno vissuto. Anche qui un nuovo riferimento al tempo vissuto come nemico che “sfugge ed inganna”.
Compositore: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Ultimo flashback (o ricordo felice) dove a parlare è la ragazza che in un momento di intimità spende parole d’amore per il proprio innamorato. Il titolo fa riferimento ai due satelliti di Marte che, compiendo un moto di rotazione e rivoluzione differente da quello della luna (“lungo un’altra traiettoria”), si distaccano dal tempo terrestre (“fuori dal tempo”) per muoversi in una porzione del sistema solare diversa da quella a cui sono abituati gli uomini (“lontani da tutto ciò che conosciamo”).
Compositore: Lorenzo Imperi
Arrangiamento: Matteo Lambertucci, Emanuele Campanella, Lorenzo Imperi, Mattia Leoni
Unico brano a non rispettare i giochi di metriche e tonalità nel disco, qui il protagonista maschile si trasforma in narratore onnisciente che, dopo alcuni mesi, descrive il risveglio della ragazza in un mattino qualunque.
Alzandosi presto quando ancora la città è addormentata, la fanciulla si ferma a guardare il sole sorgere e davanti allo schiarire del cielo capisce di essersi lasciata il passato alle spalle e di essere pronta a ricominciare una storia con un’altra persona.
Il bagliore dell’alba (che collegandosi con “Le mie ombre” dà al disco una struttura ad anello o “ring composition”) diventa per lei metafora della nascita di un nuovo amore e allo stesso tempo motivo di disperazione per il protagonista, chiudendo l’album con un finale drammatico che richiama una delle frasi più celebri di Lou Andreas Salmoè: “ogni amore mira alla tragedia”.
Registrazione e mix – Fabio Grande
Master – Giovanni Versari
Sax sui brani 2,7,8,13 – Tommaso Costantini
Reportage in studio – Paolo Giordano
Copertina album – Claudia Pajewski
Copertina singoli – Claudia Pajewski
Videoclip “Nei panni sporchi di Venere” – Crooner Films
Videoclip “Mille fiori” – Crooner Films
Foto promozionali “Nei panni sporchi di Venere” – Maria Elena Vecchio
Foto promozionali “Mille fiori” – Paolo Giordano
Foto promozionali “Un’insurrezione” – Maria Elena Vecchio
Foto promozionali “Un giorno all’alba” – Claudia Pajewski
Performance visiva per le foto social – Paolo Giordano e Michela Tartaglia
Ufficio stampa – Purr Press di Agnese Ermacora
PR Digitale – Seitutto Press di Giuseppe Piccoli
Alla realizzazione e alla promozione dell’album prendono parte numerosi collaboratori, tra cui Fabio Grande (rec & mix), Giovanni Versari (master), Claudia Pajewski (copertine) e Crooner Films (videoclip).