Un brano naïf, semplice e spontaneo, arricchito da chitarre che si intrecciano con strumenti di tutto il mondo, dall’udu nigeriano alle congas, dalle spazzole magrebine al cajon peruviano
«Abbiamo passato tante linee di confine che non avremmo dovuto varcare e ne stiamo pagando le conseguenze: potrebbe essere questo il senso della “linea di confine” che dà il titolo a questo brano, ma non è il solo. Ho immaginato una linea divisoria anche nella percezione di sé stessi, degli altri, del senso del vivere; ho immaginato una linea oltre la quale la tua vita diventa un’altra»
Percussionista, vocalist, polistrumentista, musicoterapeuta, didatta e compositore, dopo la pubblicazione dell’album “L’ultimo sogno blu” (a inizio 2020), torna sulla scena Umberto Vitiello con un nuovo video, in uscita per Aventino Music: “Linea di confine”.
Umberto Vitiello torna con un brano in cui fa emergere tutte le sue esperienze in giro per il globo e la sua passione per i sud del mondo, dal Brasile all’Africa, miscelandole al jazz e al cantautorato, in un ibrido dove è la matrice world a farla da padrone.
Proprio grazie alla passione e all’amore di Umberto Vitiello per ogni forma di espressione e umanità, all’interno di “Linea di confine” trovano spazio, ad affiancare le chitarre, strumenti da tutto il mondo, dall’udu (un vaso di terracotta, strumento della cultura Yoruba della Nigeria) alla tumbadora (di origine afro-cubana), dalle scope di paglia al caxixi brasiliano, passando per le lamelle di glockenspiel e il cajon.
Tutti gli strumenti compaiono nel video, come protagonisti, a fianco di una particolare scultura antropomorfa originaria delle isole Bijagos:
«La scultura antropomorfa ha una storia interessante che forse merita di essere raccontata. Viene dalle isole Bijagos, un arcipelago della Guinea Bissau. In alcune di queste isole, almeno fino agli anni ’80, periodo in cui ci sono andato io, non circolava denaro, ma si praticava il baratto, e io ho scambiato varie magliette con utensili e statuette. Questa, in particolare, rappresenta una danza per tener lontani gli ippopotami, che devastano i raccolti e sono anche pericolosi per uomini e soprattutto bambini. Le proporzioni tra la maschera rappresentante la testa dell’animale e la testa di chi la doveva calzare sono esattamente quelle che si evincono dalla statuetta, quindi si parla di maschere in legno pieno che possono pesare anche 30 o 40 kg. Quando sono stato lì, mi è stato spiegato che già da qualche decennio quella danza propiziatoria non si faceva più, perché le nuove generazioni non avevano un collo abbastanza forte per potersi muovere velocemente, con tutto quel peso in testa».
“Linea di confine” anticipa l’uscita del prossimo album del musicista, “Temporada”, prevista per inizio 2021.
«Questo singolo ha poco a che fare con l’album in uscita. E, infatti, non ne farà parte. Mi riferisco al linguaggio, al mood. Ma, stranamente, riesce in qualche modo a descriverlo, a raccontarlo, anticipandolo. E le cose strane, spesso, sono le più interessanti».
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