È morta Eleonora Giorgi. Nata a Roma il 21 ottobre 1953, figlia d’arte di un direttore di produzione e di una ceramista ungherese (e nonna inglese), Eleonora Giorgi ha vissuto nelle sue stagioni di attrice e diva (ha debuttato 18enne notata da Tonino Cervi) le molte e classiche situazioni di una giovane starlet del cinema italiano che passa per il genere allora «scandaloso» e approda poi alle commedie familiari.
Segue la stessa traiettoria dell’amica Ornella Muti con cui ha condiviso un film di successo, «Appassionata» di Gianluigi Calderone, addì comune senso del pudore 1974, un morboso groviglio familiare in cui Giorgi, figlia di Gabriele Ferzetti e Valentina Cortese, sfida Ornella nel letto del padre con sfoggio di nudi inedito per i tempi dominati dalla «Malizia» della più pudica Antonelli. A questo proposito c’è uno scherzo tragico del destino perché la Giorgi prestò la sua potente moto Honda, con la quale andò a schiantarsi, al 17enne attore e fidanzato Alessandro Momo, rivelazione di «Malizia» e fu anche indagata per incauto affidamento.
Fu comunque il periodo più sexy del nostro cinema in cui Eleonora si fa strada, anche posando nuda per Playboy, in mezzo a molte ragazze belle e in cerca di fortuna. Prima indossatrice e fotomodella, si butta, bella, alta, capelli biondi, occhi azzurri, nel cinema vietato ai minori con «Storia di una monaca di clausura» (1973) di Domenico Paolella, in cui sospira con Catherine Spaak e Martine Brochard. Seguendo un percorso verso i film non vietati, eccola con Festa Campanile («Conviene far bene l’amore» col giovane Christian De Sica e Agostina Belli), indi Stegani («Disposta a tutto», sedotta umiliata e offesa da Beckim Fehmiu).
Arriva lentamente al film d’autore: «Cuore di cane» di Alberto Lattuada con Cochi Ponzoni, metafora grottesca della Russia dopo la rivoluzione, poi «L’Agnese va a morire» di Giuliano Montaldo, resistenza femminile nelle valli del Po con musica di Ennio Morricone, indi «Una spirale di nebbia» di Eriprando Visconti. Le nozze chiacchierate con l’editore e produttore Angelo Rizzoli, nel 1979, che si avvicina a un momento difficile della sua carriera, portano Giorgi a diventare star di film importanti come «Dimenticare Venezia» di Franco Brusati, storia di memorie cecoviane con Mariangela Melato e Max von Sydow.
Ma ecco che si avvicina il periodo fortunato dei titoli best seller per famiglie: primo è «Mia moglie è una strega» con Renato Pozzetto al vertice del successo, dove Castellano e Pipolo, coppia da sicuro incasso, firmano una facile commedia con una ex condannata al rogo nel cui cast trova spazio anche Helmut Berger e la canzone «Magic» incisa dalla stessa attrice. Vengono poi, a scadenza, «Nudo di donna» di Nino Manfredi (ma era un’idea e un film iniziato da Lattuada, in cui Eleonora Giorgi assume un doppio ruolo, moglie e prostituta, con un grappolo di dubbi esistenziali sull’identità superiori alle forze del regista.
Il vero grande successo, che le appartiene nella forma e nella sostanza, è quello di «Borotalco», 1982, di Carlo Verdone, per cui vinse sia il David di Donatello sia il Nastro d’argento, una commedia di sentimenti e malinconie in cui si parla di Lucio Dalla e si vede la bellissima Moana (Pozzi). Segue un film comico collettivo, è il «Grand Hotel Excelsior» in cui Castellano e Pipolo scritturano il parco comici di successo, e infine «Sapore di mare 2 – Un anno dopo», 1984, di Bruno Cortini, sequel della saga balneare di Vanzina che segnò un’epoca, una generazione e rilanciò Virna Lisi.
Giorgi non si accontenta solo del comico sicuro, ma tenta anche strade più introverse, drammatiche, complicate: è una moglie in ansia per i delitti della mafia in «Un uomo in ginocchio» (1980) di Damiano Damiani con Giuliano Gemma e Michele Placido, è innamorata del patrigno Marcello Mastroianni nel melodramma marocchino «Oltre la porta» di Liliana Cavani, che va a Venezia nell’82 e infine viene accolta nell’harem horror di Dario Argento in «Inferno», in un cast con Gabriele Lavia e Alida Valli, la seconda parte di una trilogia.
In una carriera che volge alla fine nel cinema ma continuerà in tv, appare nel melodramma di Luciano Salce «Vediamoci chiaro» con Johnny Dorelli, in «Giovanni senzapensieri» di Marco Colli e poi torna con l’amico Carlo Verdone nel successo collettivo di «Compagni di scuola», senza dimenticare il curioso «Volpone» di Maurizio Ponzi, con Enrico Montesano e Paolo Villaggio, metafora sulla banalità dell’egoismo e dell’invidia nel rapporto servo padrone, tratto dal testo elisabettiano di Ben Jonson.
In tv, che aveva spesso frequentato, come la radio, in numerose trasmissioni di successo, compresi varietà come «Sotto le stelle», Eleonora Giorgi si rivede in «Notti e nebbie» di Marco Tullio Giordana (il film che doveva fare Strehler), «Atto d’amore» di Alfredo Giannetti, «Yesterday» di Claudio Risi, «Lo scialo» pratoliniano di Franco Rossi, «Festa di Capodanno» di Piero Schivazappa, tutti negli anni Ottanta, finchè poi le sue apparizioni si diradano.
La vita sentimentale, dopo la tempestosa relazione con Rizzoli e tutto lo scandalo P2 (col divorzio Giorgio ebbe la metà delle azioni del marito, ma scontò il guadagno perdendo in popolarità), sposa nel ’93 Massimo Ciavarro, conosciuto sul set, divo di fotoromanzi: e da ciascuno la Giorgi avrà un figlio, prima Andrea e poi Paolo. Tra le altre apparizioni tv, eccola in «Morte di una strega», «Lo zio d’America», nel cult «I Cesaroni», ma nel 2003 debutta anche come regista al cinema con «Uomini & donne, amori & bugie», e nel 2008 recita a teatro una nota pochade di Pierre Barillet e Jean Pierre Gredy, «Fiore di cactus», e poi di nuovo sul palcoscenico la troviamo nei «Ragazzi irresistibili» di Neil Simon, e in «Suoceri sull’orlo di una crisi di nervi».
Dirige e produce con Ciavarro anche un secondo film nel 2009, «L’ultima estate». Dopo molto silenzio l’attrice e regista dimostra che non ha ancora finito la sua carriera, recita in «My Father Jack» di Tonino Zangardi e «Attesa e cambiamenti» di Sergio Colabona, cui s’aggiunge una puntata di «Don Matteo», mentre non lascia il ruolo da sempre amato di conduttrice radiofonica e partecipa, prima che la malattia entri a distruggerle la vita, anche a «Ballando con le stelle» nel 2018 e alla terza edizione del «Grande Fratello Vip».
Fu un’attrice dotata di un temperamento non sempre espresso a dovere e una donna che non teneva pesi sulla coscienza: a tappe alterne confessò in un libro e anche a Pippo Baudo che aveva avuto una dipendenza dall’eroina (salvata dal matrimonio con Rizzoli), che era stata un flirt di Warren Beatty e fidanzata dello scrittore Andrea De Carlo, mentre nel 2023 la rivelazione più tragica, il tumore al pancreas che ha combattuto con tutte le sue forze e la cura del poterlo confessare in pubblico.
Fonte: CORRIERE DELLA SERA