Fu anche il promotore del Caffè del Progresso in corso San Maurizio, per anni uno dei centri di aggregazione più interessanti in città.
TORINO. Lorenzo Ottonello è mancato ieri sera, mercoledì 28 ottobre: aveva inventato i Docks Dora già alla fine degli anni 90 come spazio di aggregazione culturale; poi il Caffè del Progresso in corso San Maurizio che è stato uno dei centri di aggregazione più interessanti in città per anni, proponendo musica dal vivo, coinvolgendo il meglio della musica torinese a 360 gradi dall’elettronica al rock, passando per il jazz, ma anche lanciando tante band amatoriali che non avevano facilità a trovare spazi dove proporsi. Ha anche dato vita all’Acua ai Murazzi, credendo tra i primi nella potenzialità di quel luogo magico sulle rive del grande fiume, a pochi passi dal centro pulsante della città, per poi collaborare in tempi più recenti, ai progetti enogastronomici dello storico Caffè Elena di piazza Vittorio e di Goustò, nella storica Galleria Umberto I a Porta Palazzo. Grande appassionato di musica, fino a che la malattia non lo ha aggredito rabbiosamente, andava a sentire in giro per l’Europa i concerti dei suoi beniamini del rock di cui sfoggiava storiche e invidiabili magliette, raggiungendoli ovunque a cavallo della sua potente moto. Proprio pochi giorni fa parlava dell’ultimo disco degli ACDC programmando per la prossima estate una spedizione con gli amici per la prima data del loro tour. Ha mascherato bene il suo male fino alla fine: da nessuno ha mai voluto farsi vedere come una persona malata, e fino alla fine ha saputo sorridere.
Un cuore contadino
Lorenzo era nato 63 anni fa a Fontanile in provincia di Asti, e anche se trapiantato a Torino è rimasto legato alla cascina e in cuor suo si sentiva contadino: in città non si trovava troppo a suo agio e appena poteva tornava al suo paese. Gli piaceva bere bene e cucinare seguendo le ricette della mamma e della nonna, per la passione di condividere il buon cibo con gli amici: anche per questo inventare luoghi dove socializzare davanti ad un piatto o a un bicchiere è stata la sua fondamentale e principale missione. «I grappoli di San Martino, sono grappoli che crescono in cima alle viti e che maturano tardivamente. Viandanti e mendicanti avevano accesso a questi grappoli, per questo veniva chiamata la vendemmia dei poveri»: in queste sue righe scritte pochi giorni sui social, c’è tutta la sua poesia di monferrino vero fino al midollo.
In tanti si vedevano con lui tra sfottò e ragionamenti, ricordando visionari e assurdi progetti fatti assieme, le jam session elettronico-jazz all’Acua o i concerti al Caffè del Progresso: per Lorenzo fare cultura e musica nei suoi locali era un obbligo morale. Fu tra i primi a convincere tutti che i Murazzi dovevano essere il polmone del “Fringe”, il primo anno del nuovo Torino Jazz Festival. Un brutto tumore lo ha spazzato via. Lorenzo era aria aperta, tavola, vino, moto, vento, campagna, sorriso. Così tutti lo ricorderanno sempre.
I funerali
La cerimonia funebre si terrà sabato 31 ottobre presso il Tempio Crematorio del Cimitero Monumentale di Torino alle 14,35. A causa delle restrizioni causate dal Covid 19, la partecipazione è possibile solo adeguandosi alle normative dell’ultimo Dpcm.
Fonte: lastampa.it di Marco Basso -> https://www.lastampa.it/torino/2020/10/30/news/addio-ad-ottonello-il-rockettaro-che-porto-la-musica-all-interno-dei-docks-dora-1.39479924