Sun Ground è il nome d’arte di Antonio Luvarà, un producer italiano con una passione sconfinata per i sintetizzatori, la psichedelia e la musica elettronica, che non rinuncia mai a mantenere un forte legame con l’energia del dancefloor.
Il suo stile si nutre di un mix eclettico di influenze che spaziano dai ritmi ossessivi alla sperimentazione sonora, passando per l’uso di loop vocali d’impatto e un tocco pop che ne caratterizza il suono.
Pur definendosi un ascoltatore appassionato di una vasta gamma di generi musicali, Sun Ground non ama essere etichettato come un dj, poiché le sue produzioni sono frutto di un ampio percorso di ricerca e contaminazione sonora. La sua musica è una fusione che riflette il suo approccio personale e sperimentale, sempre fedele alla sua visione unica ma mai statica, capace di adattarsi e trasformarsi pur rimanendo saldamente radicata nelle sue origini musicali.
Il progetto nasce nel 2019 e nel corso degli anni, ha pubblicato i singoli “Human Loop” (Noiseplex Records, 2021), “Atc” e “Smoked Dreams” (Cheeta Play Records). Dopo anni di studio, sperimentazione e creazione di nuove tracce, ad aprile 2025 uscirà il suo nuovo singolo “XTRAPUR3”, che anticiperà l’uscita del suo primo album, “Edge of Escape”.
INTERVISTA
Parlaci un po’ di te: chi sei, da dove vieni, come ti sei avvicinato alla musica?
Sono Antonio Luvarà, in arte Sun Ground, e vengo da Reggio Calabria. Ho girato un po’ l’Italia per studio e lavoro, ma la musica è sempre rimasta il mio punto fermo. Il progetto Sun Ground nasce nel 2019, dopo anni di esperienze con band di inediti — la più importante, i The Darlings, dove cantavo brani nostri tra glam rock e grunge. L’elettronica è arrivata più tardi, ma mi ha aperto un mondo creativo senza schemi né confini, in cui oggi mi sento davvero a casa. E continuo a esplorarlo, con la stessa curiosità di sempre.
Che cosa può raccontare di te il brano “XTRAPU3”?
*XTRAPU3* è un brano di elettronica sperimentale, ma dentro ci convivono anche influenze pop, trap e soul — soprattutto nella melodia della strofa. A livello concettuale, racconta di una figura ossessionata dalla ricerca costante di adrenalina, intrappolata in un loop che sembra non finire mai. Ma alla fine arriva la consapevolezza che ciò che serve davvero è qualcosa di “extra puro”, che però non si trova inseguendo compulsivamente il mondo esterno. Una corsa a vuoto che parla anche di me.
Come è evoluto il tuo progetto dal 2019 a oggi?
Dal 2019 il progetto è cresciuto molto, soprattutto nella scrittura e nelle influenze. Cinque anni sono stati un tempo prezioso di ascolti, studio e contaminazioni. Anche se ho pubblicato solo cinque singoli — tre dei quali con due etichette diverse — non ho mai smesso di comporre. Ho sperimentato anche le difficoltà di chi fa elettronica e cerca di essere versatile, spesso vista come una debolezza da certi circuiti. Per questo ho deciso di autoprodurre il mio primo LP, *Edge of Escape*, dove finalmente posso raccontare la mia visione senza filtri.
Consigliaci un pezzo (di altri artisti) che tutti dovrebbero assolutamente ascoltare…
Consiglio a tutti di ascoltare *Black Rainbow* di Korl3ss, uno dei producer più originali e affascinanti della scena elettronica sperimentale. Riesce a fondere elementi barocchi con ritmiche elettroniche taglienti, senza mai perdere un certo groove da dancefloor. L’uso dei campioni vocali è sempre raffinato e spiazzante. È un artista che stimo molto, e credo che qualcosa del suo approccio abbia influenzato anche alcune mie produzioni, tipo *F3Pro*.
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