Un album che raccoglie dieci anni di esperienze, incontri, parole e silenzi. Un lavoro che non ha fretta di arrivare, ma che sceglie il momento giusto per farsi ascoltare.
“PUNTO” è il nuovo disco di MaLaVoglia, un progetto discografico che incrocia il cantautorato italiano con sonorità che spaziano dall’elettronica al punk, dal folk al rock. C’è dentro tutto: l’amore e la rabbia, la solitudine e la condivisione, la memoria e il cambiamento.
Abbiamo intervistato MaLaVoglia per approfondire i riferimenti che hanno segnato il suo percorso, la genesi dei testi e delle melodie, ma anche il significato delle sue canzoni più intime e ironiche. Una chiacchierata che ci restituisce il ritratto di un artista lucido, appassionato e attento a ciò che accade dentro e fuori di sé.
INTERVISTA
Quali sono i tuoi riferimenti musicali e in particolar modo nell’ambito cantautorale?
Diciamo che non ho un riferimento unico ma mi piace averne diversi. Sicuramente tutto il cantautorato italiano è per me di riferimento. Poi ci sono alcuni cantautori che sicuramente hanno influenzato maggiormente il mio percorso artistico come Bennato, De Andrè, Battiato, Dalla, Battisti. Musicalmente invece mi piace spaziare e prendere più sonorità in base a ciò che voglio raccontare con la canzone. Nel mio album puoi trovare elettronica, punk, folk,rock
Come nasce un testo, quali sono gli input che raccogli e che trasformi in parole da cantare?
Il testo di un mio brano nasce da un vissuto, da un mio dialogo con qualcuno o da qualche esperienza particolarmente significativa. Infatti, alterno periodi di scrittura molto intensi a periodi dove immagazzino idee e melodie senza però buttarle giù in canzoni. Quelle arrivano dopo.
È da poco uscito il tuo nuovo disco. Puoi raccontarci qualcosa di questo lavoro?
PUNTO raccoglie quasi 10 anni di percorso e 9 singoli. È ricco e intenso proprio per questo. C’è dentro un pezzo di vita e nella vita c’è sempre tanto; ci sono contraddizioni, amore, quotidianità, solitudine, rabbia. Mi sento di dire che PUNTO è un album che parla alla vita, perché è lì che nasce.
Quali sono i brani che più ti rappresentano?
Sicuramente la TITLETRACK, Punto. L’ho scritta in una fase di cambiamento e mentre camminavo per Parigi mi venivano in mente le prime parole; poi l’ho scritta in pullman, su un Flixbus che mi riportava indietro a Milano.
Mi rivedo sempre in TERRA ROSSA, la canzone che parla delle mie origini, il Gargano.
E poi FREDDIE e l’ultima Johnny FA il miele dove racconto la mia indigestione di hypismo modaiolo moderno.
Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del progetto discografico?
Non ha un tempo specifico. È uscito quando, secondo me, era pronto il tutto. Se partiamo dal primo brano scritto come MaLaVoglia, era il 2018…
Quali sono le collaborazioni che ti hanno aiutato alla realizzazione del disco?
La fortuna di girare tanto grazie alla musica mi ha portato a conoscere diversi produttori fantastici. Da Davide Maggioni a Davide Gobello, da Luca Vittori ad Andrea Massaroni. Credo di avere incontrato le persone giuste.
Se potessi avere la bacchetta magica, cosa desidereresti di più al mondo in questo momento?
Se dovessi ragionare in termini musicali direi che vorrei un tour organizzato in giro per l’Italia. Se invece ragionassi in termini più ampi, mi piacerebbe un mondo più sincero, senza giochi di potere, guerre, carestie. Forse vorrei un mondo pulito e un umano meno interessato alla intelligenza artificiale ma più a quella umana.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Per ora voglio concentrarmi sul dare a PUNTO degli spazi dal vivo. Sarà dura ma ci sto provando. Sicuramente l’8 di maggio ci sarà una data 0 a Milano. Invito tutti i lettori a seguirmi su INSTAGRAM per rimanere aggiornati su posto e orari. Sarà una festa con tanti ospiti e soprattutto tanta musica.