martedì, 25 Febbraio, 2025

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Intervista su Radio City Light ai FANTASMI DAL FUTURO che ci presentano il loro nuovo Ep “SONO COME TE”

I Fantasmi dal Futuro tornano con un EP di quattro brani, seguito del loro album d’esordio del 2022.

I nuovi pezzi si inseriscono perfettamente nella produzione della band, consolidandone le sonorità distintive: voce filtrata con spruzzate di autotune, chitarre avvolte da riverberi post-rock e una sezione ritmica martellante. Brani dall’anima rock, ma con uno sguardo rivolto alla contemporaneità, frutto di una ricerca espressiva originale e al tempo stesso radicata nella storia del rock dalle tinte dark. Abbiamo avuto il piacere di intervistare la band veneta.

INTERVISTA

Quali sono i vostri riferimenti musicali e in particolar modo nell’ambito rock?
Siamo tre persone con gusti musicali piuttosto diversi, sparpagliati tra rock, metal e wave. Diciamo che in comune abbiamo una certa predilezione per la musica energetica. Volendo fare qualche nome probabilmente Queens of the Stone Age e stando in Italia i primi Marlene Kuntz.

Come nascono i vostri testi? Quali sono gli input che raccogliete e che trasformate in parole da cantare?
Non abbiamo un metodo unico: i testi possono scaturire da ciò che ci evoca la musica che componiamo, come una sorta di flusso di coscienza, oppure dal raccontare momenti, stati d’animo, situazioni, eventi che ci colpiscono. Quello che ci interessa è, oltre al “cosa”, avere una certa cura del “come” diciamo le cose: avere una poetica personale.

È da poco uscito il vostro nuovo EP. Potete raccontarci qualcosa su questo lavoro?
Si tratta di quattro brani nati dopo l’uscita del nostro primo album omonimo, mentre eravamo impegnati a suonare dal vivo. C’è una sorta di continuità sonora con i pezzi dell’album, dato che in pratica non abbiamo mai sospeso l’attività di scrittura. Avevamo voglia di pubblicare queste nuove canzoni ed ecco l’idea dell’EP.

Quali sono i brani che più vi rappresentano?
Forse “Sono come te” e “Il tempo” contengono le coordinate del nostro modo di esprimerci: energia rock, chitarre ariose, sezione ritmica supersolida e voce filtrata con un goccio di autotune. E testi non proprio allegrissimi. Scherzando diciamo sempre che siamo specializzati in “canzoni tristi”, hehe.

Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del vostro progetto discografico?
La scrittura è stata piuttosto articolata, diciamo qualche mese, perché abbiamo composto parecchio materiale per poi scremarlo e ci siamo concessi il lusso, per così dire, di suonare dal vivo i pezzi prima di pubblicarli, per affinare l’arrangiamento. Poi, per registrarli, siamo stati piuttosto veloci. L’esperienza forse in questi frangenti aiuta.

Se poteste avere la bacchetta magica, cosa desiderereste di più al mondo in questo momento?
Quanto spazio abbiamo a disposizione? Scherziamo, il fatto è che la lista sarebbe piuttosto lunga. Diciamo che ci piacerebbe un mondo con meno disuguaglianze e più diritti.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Suonare, suonare, suonare. Abbiamo un bel po’ di concerti in arrivo, seguiteci sui nostri social, che ci si vede in giro!

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