Oggi vi parliamo di Cristina Bonan, una giovane cantautrice, pianista e bassista di 20 anni originaria di Feltre (BL), che ha recentemente pubblicato il suo singolo “Come vedi tu”, un brano che si presta a diverse interpretazioni, permettendo a ciascuno di immedesimarsi in base al proprio vissuto personale.
Che si tratti di una relazione amorosa o di un’amicizia, il pezzo invita a riflettere su rapporti in cui ci si sente persi e incapaci di dare il meglio di sé, mettendo a nudo fragilità e vulnerabilità emotive.
Nel processo di scrittura, Cristina si rivolge simbolicamente alla “bambina che era”, chiedendole di tornare a far parte della sua vita e delle sue esperienze. Attraverso questo dialogo intimo, emerge un invito a guardare il mondo con gli occhi di un bambino, dove tutto appare più semplice e colorato. L’ingenuità e la spontaneità tipiche dell’infanzia offrono un raggio di luce nella grigia e frenetica quotidianità della vita adulta, restituendo un senso di leggerezza e speranza.
INTERVISTA
Quali sono i tuoi riferimenti musicali e in particolar modo nell’ambito cantautorale?
I miei principali riferimenti nella musica sono sicuramente Cesare Cremonini, Ultimo, i Pinguini Tattici Nucleari, Fulminacci e Alfa, oltre che artisti internazionali come Adele e Lady Gaga. Ammiro molto la figura del cantautore che ha la possibilità e la capacità di poter esprimere tutto se stesso attraverso la musica.
Come nasce un testo, quali sono gli input che raccogli e che trasformi in parole da cantare?
Solitamente i miei testi partono sempre da emozioni che vivo in prima persona: le scrivo, poi, quando sento che arriva il momento, mi metto al piano e inizio a comporre la vera e propria canzone, trascinata ovviamente da ciò che sento e ciò che ho da dire.
È da poco uscito il tuo nuovo singolo “Come vedi tu”? Quale messaggio vuoi trasmettere e, soprattutto, qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere questo pezzo?
Nel pezzo mi sono rivolta alla “piccola me”, chiedendole di tornare ad aiutarmi in questa vita frenetica e molto spesso grigia. Il messaggio che vorrei trasmettere è che, secondo me, se avessimo ancora gli occhi dei bambini riusciremmo a guardare tutto in modo più sereno, più semplice e la nostra vita comincerebbe a colorarsi un po’ di più.
Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del singolo?
Per realizzare il singolo ci ho impiegato qualche mese, la scrittura è stata abbastanza veloce (solitamente quando nasce una canzone e so bene che cosa voglio raccontare, non ci metto più di una settimana per sistemarla), poi ovviamente c’è stata tutta la parte di produzione del pezzo e di distribuzione che è servita per dar meglio vita a tutte le emozioni racchiuse in essa.
Quali sono le collaborazioni che ti hanno aiutato alla realizzazione del brano?
Ho scritto il pezzo con l’aiuto di mia sorella Michela e di Massimo Torresin (in arte Mash), anche lui autore e cantautore, che ci ha dato una mano in alcune parti. Sicuramente queste collaborazioni sono state molto preziose: mi hanno aiutato ad ampliare il mio sguardo, ad arricchire il mio bagaglio artistico e a raccontare nel modo migliore qualcosa che è sempre difficile tradurre a parole.
Se potessi avere la bacchetta magica, cosa desidereresti di più al mondo in questo momento?
La cosa che mi piacerebbe di più al mondo, in questo momento, sarebbe riuscire ad apprezzare la bellezza in tutte le piccole cose che mi circondano e ricordarmi sempre di sorridere, qualunque cosa succeda.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto già lavorando ai prossimi pezzi, che non vedo l’ora di far uscire! Inoltre, con la Smile Music Band, gruppo composto da me e dai miei quattro fratelli e sorelle, ci stiamo già preparando per il prossimo tour estivo.
SOCIAL