Il brano ha un ritmo costante sorretto da sezione ritmica ipnotica e tribale. Le chitarre del deserto, le percussioni e i battiti di mano hanno echi di un antico canto sciamanico in cui viene esaltata la ricerca musicale e personale del cantautore torinese nella tradizione blues africana e mediterranea: “Il testo è esplicito come non mai, minimalista, è un monito alla ricerca di sé partendo da noi stessi, dai nostri sogni e dalle nostre ambizioni. La ripetizione dei versi – racconta l’artista – è come un mantra che ci spinge ad avere alte ambizioni personali e universali evitando di accettare l’inaccettabile che vediamo raccontato giorno dopo giorno su giornali, televisioni e social. Notizie crude e negative a cui sembriamo ormai essere abituati e assuefatti”.
BUZZY LAO, pseudonimo di
Alberto Salerno, classe ’87, nasce a Torino da genitori originari di un piccolo paese Arbëreshë (
minoranza etno-linguistica albanese) in Calabria e cresce musicalmente a Londra, tra jam & studio sessions per svariati progetti musicali, dove vive 6 anni. È un artista
no border fortemente influenzato dalle radici della musica nera combinata con il suo distintivo sound intimo e “Soul touching” caratterizzato da una emozionante scrittura in italiano che guarda oltre, verso un più profondo concetto di
melting pot musicale tanto caro alla cultura World Music.
Buzzy Lao, forte nella sua
cross-cultural sensitiveness, Dopo aver girato in tour l’Europa con diverse formazioni come chitarrista torna a Torino nel 2016 e nello stesso anno firma per l’etichetta discografica
INRI che pubblica il primo disco da solista
HULA (ascolta disco), col quale ottiene ottimi riscontri di pubblico e di critica (
La Stampa lo definisce
‘un bluesman di ultima generazione’; di lui
Rockit scrive che
‘sforna canzoni di rara fattura per il nostro paese’). La sua
Weissenborn, suonata insieme a chitarre acustiche ed elettriche in accordature aperta, fanno emergere anche la sua natura di performer che alterna momenti di grande energia sonora a passaggi acustici intimi e delicati. All’album segue un tour di più di
100 concerti in tutta Italia e Europa, con aperture importanti, come quella ai
Sigur Ros per gli
I-Days 2016 di Milano. Nel 2017 esce invece
‘Live at Jazz Club Torino’, disco registrato dal vivo con la band durante la data nel capoluogo piemontese. Buzzy Lao è legato anche al mondo del Surf & Skate: infatti è stato ospite, come special artist, dello
Skate & Surf Film Festival di Milano nel 2019. A gennaio 2020, dopo essersi trasferito a Palermo poiché affascinato dalla cultura esotica e mistica dell’isola al centro del Mediterraneo, pubblica il secondo disco
‘Universo / Riflesso’
(ascolta disco) per
INRI e
Bunya Records, label fondata dallo stesso artista insieme a una piccola ma affiatata squadra di colleghi e addetti ai lavori. Il secondo album, che ottiene recensioni esaltanti, fonde il Blues, l’Afrobeat e il Reggae contaminati ora dal folk contemporaneo e internazionale di
Josè Gonzalez e Micheal Kiwanuka. Il disco vanta anche la partecipazione di
Dargen D’Amico, amico ed estimatore, nel brano
‘Haya’. Nel 2021 prosegue il suo percorso artistico e umano in
Sicilia, e si dedica alla scrittura di nuovo materiale da cui nasce ‘
Fango’, la nuova ballata folk e intimista pubblicata a sorpresa il 18 maggio 2021 per
Bunya Records e che anticipa un tour estivo in acustico in tutta Italia. Buzzy Lao negli ultimi due anni è stato impegnato alla lavorazione del nuovo disco tra
Palermo e
Parigi con il produttore francese
Florian Monchatre che ha già lavorato con alcuni dei migliori artisti della scena World internazionale come
Fatoumata Diawara, Blick Bassy e i Tinariwen. Nel gennaio 2024 è uscito
“Fra un milione di stelle” ascolta qui, a marzo, invece, è uscito
“Io che non conosco più l’amore” ascolta qui e a luglio è uscito
“Zohra” ascolta qui che anticipano il disco che vedrà la luce nel 2024 e sarà supportato da una nuova intensa attività live con band.
“ZOHRA” – From the River to the Peace è anche una serie fotografica contro la guerra in Palestina.